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Varden: «Silenzio è essere in allerta»

Igor Mitoraj, volto per la scenografia di Manon Lescaut, Teatro del Silenzio, Lajatico (PI)

Riportiamo un breve saggio dell’intervista al monaco cistercense norvegese Erik Varden, oggi vescovo di Trondheim. L’articolo completo si trova qui

Il tema del desiderio torna molte volte nelle sue pagine: «Il nostro tempo è diffidente verso le parole, fugge i dogmi. Eppure, conosce il significato del desiderio. Desidera confusamente, senza sapere che cosa, se non la sensazione di avere in sé un vuoto che necessita di essere riempito». In che modo il silenzio e la pratica del silenzio possono aiutarci ad entrare in una prospettiva religiosa che può colmare il nostro desiderare?

Credo profondamente che quanto lei ha detto sia vero. Penso che molto del dolore interiore possa essere ascritto all’insoddisfazione e al desiderio non soddisfatto. Riconoscere il desiderio è, comunque, potenzialmente umiliante e pericoloso (torniamo al punto di prima, il rischio) quanto più mi fa capire che non ho tutto quello che voglio, che io non sono tutto quello che vorrei diventare o avere dentro di me. Questo è contrario allo spirito del nostro tempo, che ci chiede di proteggere una nostra immagine di successo, trionfo e pienezza. Quanti di noi veramente hanno vite simili? Lo stress di proiettare un’immagine di noi stessi che non corrisponde alla nostra verità più profonda può fiaccare una persona nella propria vitalità al punto da minacciare l’intero senso del sè. Quanto è bello, invece, incontrare uomini e donne che sono in pace con la propria incompletezza, cosa che permette loro di stare in uno stato di maturazione: essi ricevono questa crescita come un dono invece di reclamarlo come una conquista! Se i credenti potessero, coltivando il silenzio, crescere nel coraggio di vivere in questo modo, essi saranno, anche solo con la loro esistenza, un’ispirazione per gli altri, una sorta di apripista nell’autenticità.

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