Carità

Carità

Riferendoci alla Parola del Vangelo, in Mc 1, 29-31 leggiamo:

usciti dalla sinagoga, si recarono subito nella casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni.

La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella si mise a servirli”.

Abbiamo scelto questo brano perché indica bene quale “miracolo” Gesù vuole compiere in ciascuno di noi e, attraverso noi suoi membri, nella nostra comunità.

Il miracolo della guarigione avviene nella casa, cioè nella concretezza della vita quotidiana. La suocera ha la febbre, che rappresenta l’apatia, l’indifferenza, la chiusura in se stessi, il senso di incapacità che ci bloccano. Ma Gesù si accosta a noi, ci dona e ci fa sentire l’ amore del Padre. Se ci lasciamo prendere per mano da Gesù, Lui ci guarisce e ci rende capaci di ricambiare questo amore mettendoci al servizio dei fratelli con attenzione, disponibilità ed entusiasmo.

Preghiamo con insistenza e fiducia perché si compia in noi questa “guarigione”!  C’è un altro aspetto da sottolineare: “… subito gli parlarono di lei”.  Si tratta dunque di persone attente ai bisogni di ogni membro della comunità. Nelle comunità invece spesso si “sparla”, si giudica, mentre si dovrebbe creare una rete di solidarietà: anche da questo preghiamo di essere “guariti”.

Anche nella nostra parrocchia è attivo il progetto Fra Galdino di Caritas diocesana. Molte famiglie e singoli della nostra comunità vi partecipano, rendendo bello perché comunitario il dono del cibo a chi fa più fatica: nel periodo ottobre 2018 – dicembre 2019 nel nostro paese sono stai raccolti 3002 kg di cibo donati da 72 nuclei famigliari o persone singole. A breve vorremmo attivare anche il progetto Fra Galdino salute, che si occupa di comprare medicinali per chi fa più fatica.

Qui (link https://caritasbiella.it/news-di-prova/https://caritasbiella.it/fra-galdino-salute/ ) puoi trovare le spiegazioni dettagliate dei progetti.

La Polizza di Sappa  prende il nome da un amico di Pier Giorgio Frassati, che egli assisteva nei suoi bisogni materiali e che fu l’ultimo destinatario dei suoi pensieri; si propone di supportare la dignità delle persone disoccupate, dando loro la possibilità di svolgere qualche lavoro retribuito, per il paese e la parrocchia. Per questo abbiamo sempre bisogno di uomini e donne di buona volontà che donino un aiuto economico e, perché no, anche di qualcuno che voglia seguire lo svolgimento del progetto.

Linea 350 prende il nome dal numero dell’autobus che collega il nostro paese a Sordevolo e riguarda il doposcuola per le scuole medie per i ragazzi dei due paesi. E realizzato in collaborazione con l’Istituto comprensivo di Occhieppo Inferiore, il comune di Pollone, la Pro loco, il Gruppo di Volontariato Vincenziano e l’Associazione genitori di Sordevolo. Concretamente è svolto da volontari e pedagogisti coordinati dall’Associazione ABC di Biella. Si occupa anche della formazione in campo pedagogico ed educativo dei giovani, in modo che possano essere animatori  ed educatori competenti.

Il Volontariato Vincenziano ha una lunga storia: il primo Gruppo fu fondato in Francia da san Vincenzo de Paoli nel 1617. Da allora si è diffuso nel mondo ed è rimasto vivo sapendosi adattare ai bisogni dei tempi. Nella provincia di Biella sono presenti 20 Gruppi. Il nostro Gruppo si è formato nel 1956 ed ha voluto chiamarsi “Pier Giorgio Frassati” perché anche il beato Pier Giorgio apparteneva alla Famiglia Vincenziana e soprattutto perché ci benedicesse e ci fosse di esempio nel nostro servizio.

Seguiamo persone e famiglie bisognose di aiuto, che si rivolgono a don Luca o ai Servizi Sociali e da loro ci vengono indicati. Accompagniamo queste persone offrendo la nostra vicinanza e il nodtro sostegno perché non si sentano sole nell’affrontare le difficoltà di vario tipo che incontrano. L’obbiettivo è che riescano a superarle con un percorso che le porti ad una sempre maggiore autonomia; non si tratta di assistenzialismo, ma di promozione della persona, nel rispetto della sua dignità e nella valorizzazione delle sue potenzialità. Si creano dei bei rapporti di amicizia ed è molto quello che si riceve, più di quello che si dà.

Siamo consapevoli che si potrebbe fare di più e meglio, ma siamo solo sette volontarie, la maggioranza anziane. Abbiamo quindi bisogno di forze giovani e dinamiche che ci affianchino per rendere il nostro servizio più rispondente alle necessità del nostro paese.

Abbiamo presentato queste realtà, per così dire “organizzate”, ma qui dovrebbero esserci tante altre persone che nella quotidianità si mettono al servizio degli altri, offrendo con generosa spotaneità  amicizia e sostegno ad amici e vicini che hanno bisogno di aiuto. La nostra è una bella comunità solidale e di questo dobbiamo ringraziare il Signore e pregarlo perché susciti ancora di più in noi il desiderio di metterci al servizio dei fratelli.