La paura o la fede. S’intitola così un saggio scritto nel 1968 da Maurice Bellet. Un libro per alcuni aspetti illuminante, che in quel ’68 fece scuola e che ancora adesso è per alcuni aspetti molto attuale. Isaia oggi ci parla di cieli nuovi e terra nuova, in cui non ci saranno più grida di pianto e angoscia. Mi piace allora parafrasare quel titolo in “la paura o la prudenza”: oggi siamo chiamati ad una prudenza massima. Non uscire di casa se non per lo stretto necessario, rispettare le distanze, usufruire al massimo dello smart working e dei servizi a domicilio. Tutte cose che siamo tenuti a fare e che come cristiani dobbiamo osservare scrupolosamente, ma solo se a guidarci è la prudenza e non la paura. Se il funzionario del re avesse avuto paura del giudizio della gente, non avrebbe mai chiamato Gesù in casa e suo figlio sarebbe morto. Se ci lasceremo guidare dalla paura, oggi osserveremo – giustamente – i decreti che ci impongono di stare a casa e quando verrà il giorno in cui potremo uscire saremo come prima. Anzi, peggio: ci lasceremo guidare dall’istinto che ci ricorderà i disagi attuali e saremo homo homini lupus. Perché la paura non porta a nulla, se non al male. La prudenza, invece, virtù cardinale, ci aprirà alla parola di Gesù, ci aprirà alla fede: “Tuo figlio vive”, tu vivi! Tu da chi ti stai lasciando guidare, oggi? Risponditi in verità, fallo per te, fallo per noi. https://vangelodelgiorno.org/IT/gospel