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Parole un giorno dopo l’altro

UNA PROPOSTA DI APPROFONDIMENTO DELLA FEDE

Henri-Marie de Lubac (Cambrai, 20 febbraio 1896 – Parigi, 4 settembre 1991) gesuita, teologo e cardinale francese.

Deposizione Manzù
Giacomo Manzù, Cristo deposto, 1961, Vetro dorato, cm 68 x 49

Quando non sappiamo più vedere nella Chiesa che i suoi meriti umani, quando non la consideriamo più che come un mezzo, sia pur nobile finché si voglia, in vista di un fine temporale, quando in essa non sappiamo più scoprire, pur rimanendo vagamente cristiani, un mistero di fede, non la comprendiamo assolutamente più. Gli aspetti stessi che noi ammiriamo sono snaturati. L’ elogio che ne pronunciamo non è più che vanità, quando non diventa bestemmia.

Sovente, per esempio, essa non appare più che come una specie di museo, da cui la vita si è ritirata a poco a poco e tutte le lodi che ancora essa raccoglie non si rivolgono più che al suo passato. Oppure essa diventa un campo di battaglia tra forze contrastanti che si contendono l’appoggio di questa potenza morale. Ognuno le impone di dichiararsi per la sua causa che egli trasforma in crociata, per il proprio partito, che erige a mistica. Gli uni l’aggiogano alla «reazione», gli altri alla «rivoluzione». Quando gli uomini sembrano riuscire ad accaparrarla, gli altri se ne allontanano e le ragioni che i primi hanno di esaltarla diventano per i secondi altrettante ragioni di accusarla.

Ne derivano a volte situazioni paradossali in cui alcuni ostentano di sostenere la Chiesa senza credere alla sua missione divina, ed altri incominciano a dubitarne perché non li segue nei loro sogni. Qua e là pare talvolta che essa si lasci compromettere, perché lo Spirito che l’assiste non dona a tutti coloro che la rappresentano, o che si richiamano ad essa, una chiaroveggenza o una energia senza debolezza; né li preserva da ogni passo falso. Ci furono non soltanto uomini politici, ma talvolta anche uomini di Chiesa, che non esitarono a fare della sposa di Cristo lo strumento dei loro progetti umani. […]

No: se Gesù Cristo non è la sua ricchezza, la Chiesa è sterile, se lo Spirito di Gesù Cristo non la feconda.  Il suo edificio crolla se Gesù Cristo non ne è l’architetto, e se il suo Spirito non ne è cemento che tiene insieme le pietre viventi con cui è costruito. E’ senza bellezza, se non rispecchia l’unica bellezza del volto di Gesù Cristo e se non è l’albero la cui radice è la passione di Gesù Cristo. La scienza di cui si vanta è falsa; è falsa la sapienza che l’adorna, se non converge in Gesù Cristo e se la sua luce non è una “luce illuminata” che tutta viene da Gesù Cristo essa tiene immersi nelle tenebre di morte. E’ menzogna tutta la dottrina se essa non annuncia la verità che è in Gesù Cristo. E’ vana tutta la sua gloria se essa non la fa consistere nell’umiltà di Gesù Cristo. Il suo nome stesso ci è indifferente se non evoca subito il suo nome dato agli uomini per la loro salvezza. Non rappresenta nulla per noi se essa non è per noi il sacramento, il segno efficace di Gesù Cristo.

H. De Lubac, Meditazione sulla Chiesa.

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