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La Parola per oggi

Is 55,10-11; Sal 33; Mt 6,7-15

La mia parola, dice il Signore per bocca del profeta Isaia, non ritornerà a me senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata. Qui ci giochiamo il timore di Dio. Mi spiego: il timore di Dio, all’osso, non è la paura di lui, ma la consapevolezza che lui è Dio e noi no. Se lui è Dio, sa cos’è buono per noi: vogliamo concedere a Dio questo lusso? Se è così, la sua parola viene mandata per uno scopo specifico, che corrisponde sempre con il bene di tutti e di ognuno. Ecco perché Dio può avere la pretesa di dire che la sua parola fa ciò che egli vuole: non come la parola di un despota, ma come quella di un padre amorevole.

Se ti lasci irrigare da questa parola, se quotidianamente la ascolti, la mediti, la contempli, la tieni nel cuore, come è detto di Maria, allora essa ti “informerà”, ti darà la sua forma, che è quella del Cristo; Parola che a sua volta ha preso un corpo, una forma, la nostra. Al momento opportuno essa ti farà parlare e agire in modo “divino”, senza quasi che tu te ne accorga.

Non perché è magica, ma perché è pronunciamento del Padre che ti conosce e ti ama e che conduce tutto al Bene, come sentiamo oggi nel Vangelo.

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