«Vi lascio la pace, vi dò la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi». Credo che il detto di Gesù «non come la dà il mondo, il la do a voi», voglia dire di una modalità di creare la pace decisamente diversa da quella pensata e attuata solitamente. Spesso la pace, anche in ambito cristiano, è ritenuta il risultato di compromessi, di mediazioni: perdo un po’ io e un po’ tu e così vinciamo tutti. Se guardiamo a Gesù e a come egli ha creato la pace, ci accorgiamo che non funziona così. Egli ci ha riconciliati «con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia» (Ef 2,16), ha creato la pace in se stesso, lasciando che la propria vita venisse uccisa. Ha perso lui e basta. Certo, ha vinto dopo la morte, ma prima ha perso. In modo schiacciante.
Così ha scritto padre Pio da Pietrelcina: «Lo spirito di Dio è spirito di pace, ed anche nelle mancanze più gravi ci fa sentire un dolore tranquillo, umile, confidente, e ciò dipende appunto dalla sua misericordia. Lo spirito del demonio, invece, eccita, esaspera e ci fa provare, nello stesso dolore, quasi l’ira contro noi stessi, mentre invece la prima carità la dobbiamo appunto usare verso di noi. Quindi se alcuni pensieri ti agitano, pensa che questa agitazione non viene mai da Dio, che ti dona la tranquillità, essendo spirito di pace, ma dal diavolo».
Se vuoi la pace, smetti di guardare a te stesso, smetti di guardare agli altri, a cos’hanno in più o in meno di te. Fai come Gesù: «bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato». Chiedi a Dio di aiutarti a perdere, di lasciarti uccidere. Sarai nella pace.
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