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La Parola per oggi

“Io sono come un cipresso sempre verde, grazie a me si trova frutto.” (Os 14,9). Così il Signore per bocca di Osea. Un cipresso non fa frutti. Cosa vuol dire allora il profeta? “Io sono” è il modo con cui Dio si presenta, parla di sé stesso; ricordate l’Esodo? “Io sono l’essente”, “אֶהְיֶה אֲשֶׁר אֶהְיֶה”, “Εγώ εἰμι ὁ ὤν” (Es 3,14). Essente, ciò che è, che esiste e porta all’esistenza ciascun essere, vivente e non. Il cipresso è il simbolo dell’immortalità che deriva da Dio, perché è verticale, punta verso l’alto e apparentemente le sue foglie sono sempre verdi. Ecco svelato il mistero: grazie a Dio, tutto porta frutto, come ci ricorda il profeta Osea nel brano di oggi con immagini di una natura generosa con l’uomo. Colui che sta, permane nella parola del Signore, “sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà.” (Sal 1, 3 ND). Amarlo, cioè stare in lui e cercare la massima somiglianza con lui, equivale all’offerta più grande che possiamo fare a Dio. Tale offerta è sempre offerta di noi stessi, che amando i fratelli mostriamo di amare Dio, perché nel Vangelo questi due amori sono un’unico. (Mc 12, 33) https://vangelodelgiorno.org/IT/gospel/2020-03-20

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