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La Parola per oggi

“In quei giorni, Stefano [diceva al popolo, agli anziani e agli scribi:] «Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori, voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l’avete osservata»”. (At 7, 50-53).

Stefano, diacono, primo martire, parla con parresia. Cos’è la parresia? Una virtù molto nota a retori, filosofi e cristiani dal IV sec a.C. al IV d.C. che poi sembra essere scomparsa e che deve fare il suo grande ritorno. Papa Francesco la cita – e ne fa uso spesso – spesso. Letteralmente significa “dire tutto” (pan – tutto; rhema – discorso), ma non è l’ «io dico tutto quello che penso» della casalinga di Voghera, che il 98% delle volte farebbe proprio bene a non dire nulla, altro che tutto! Essa è la franchezza di chi cerca e trova un rapporto con la verità, con se stesso e con gli altri e può, anzi deve, dire ciò che è.

E’ la virtù del predicatore che se vuole predicare bene e non razzolare male deve prima di tutto convertirsi alla Parola che annuncia e viverla (in realtà poi, purtroppo, il predicatore non sempre ha raggiunto quell’equilibrio, ma almeno ci deve provare e arrivare ad un risultato soddisfacente).

E’ Stefano che di quella Parola è testimone fino in fondo: martire significa proprio testimone. Questo implica un impegno enorme, una conversione continua, un’adesione vera al Signore Gesù: è esserne concorporali, “informati”, dicevano i teologi medievali (splendidi i medievali!) cioè della stessa forma, che è quella dei risorti che mantengono le piaghe della croce.

Il contrario della parresia è la phronesis, la saggezza capace di orientare le scelte. Nel bene e nel male.

Stefano, così come Socrate descritto da Platone nell’Apologia, sono uomini liberi perché franchi, capaci di Parresia. Entrambi moriranno a causa della loro libertà, ma moriranno liberi. Su tutti Gesù, l’esempio supremo di parresiastes.

Ulisse è astuto, usa la phronesis e ottiene ciò che vuole. Libero o schiavo della sua tracotanza?

Tu oggi sarai Stefano o Ulisse?

Leggi le Scritture per oggi.

Ammira gli affreschi di santo Stefano nella cattedrale di Biella (qui e qui) e l‘interno della Chiesa di santo Stefano protomartire ad Occhieppo Superiore.

Se vuoi farti del male (!) leggi questa lunga ma documentata lezione di Gabriella Giudici su Michel Foucalt e la parresia.

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