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La Parola per oggi

Ho sempre sostenuto che le espressioni “ricaricare le pile”, “fare rifornimento” riferite alla preghiera fossero fuorvianti (mi verrebbe un’altra definizione, ma non sta bene riportarla qui), ma pensavo di essere un po’ snob. Stamattina però mi sono imbattuto in Hans Urs Von Balthasar che così scrive in Solo l’amore è credibile (1982): «La preghiera, sia essa personale o ecclesiale, è preordinata ad ogni azione: in primo luogo non deve essere vista come fonte psicologica di forza (“abbeverarsi alle sorgenti”, “fare rifornimento” e altre formule in uso), ma come l’atto, dovuto all’amore, di adorazione che rende gloria. In questo atto l’uomo cerca prioritariamente di rispondere in modo in modo disinteressato all’amore di Dio e attesta d’aver compreso la manifestazione divina dell’amore». Se lo dice uno dei massimi teologi del secolo scorso, allora non penso più di esser snob.

Il brano degli Atti degli apostoli di oggi narra della preghiera che essi rivolgono a Dio. Non introspezione psicologica né richiesta di vendetta contro coloro che avevano messo a morte Gesù e in carcere loro, ma innanzitutto adorazione e ringraziamento per i mirabilia Dei e poi richiesta di parresia, di franchezza, per poter vivere e proclamare la parola.

Ce ne passa dal dio duracell…

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Guarda l’affresco di Raffaello della liberazione di san Pietro dal carcere

Se proprio vuoi, scopri cos’è per me l’espressione “ricaricare le pile” riferita alla preghiera…

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