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La Parola per oggi

Annunciazione, Fr. Eric di Taizé, Taizé, Vetrata

Is 7,10-14; 8,10; Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38

Il profeta Geremia si lamentava con Dio: «Mi hai sedotto» (Ger 20,1), che è come dire: «Non sapevo, quando mi hai chiamato, cosa mi avresti chiesto». Anche Maria non sapeva: si è lasciata condurre al mistero di Gesù in cui si rivelava il disegno di Dio, sotto la croce.

Anche noi, fratelli carissimi, da Dio dobbiamo lasciarci condurre, giorno per giorni, senza certezze sul futuro.

Ci dice l’evangelista Luca che, quando Gesù volse definitivamente i suoi passi per salire a Gerusalemme dove si sarebbe compiuta la sua Pasqua, chiamò a raccolta tutte le sue forze: «fece il volto duro» (Lc 9,51) e prese la strada della croce, cioè della fedeltà al Padre nel dono di sé ai fratelli sopra ogni altra cosa. Gesù imparò l’obbedienza dalle cose che patì. La imparò giorno per giorno. La imparò in pienezza quando, «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine». (Gv 13,1)

Alla consegna di sé da parte di Maria nel Fiat di tutta la sua vita, accadde l’evento decisivo della storia: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). L’incarnazione non fu causata dall’assenso della Vergine, però non accadde senza quell’assenso.

Quando noi diciamo «Sì» a Dio, lui opera cose grandi. Esse sono totalmente sue, anche il nostro «Sì» è suo, ma non è meno nostro per il fatto di essere suo.

Certo, quando diciamo «Sì» a Dio, «il Verbo si fa carne», la Salvezza accade in noi e a favore dei fratelli.

Marco Cé, patriarca di Venezia dal 1979 al 2002. Tratto di un’omelia del 2 giugno 1993

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