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La Parola per oggi

L’ultima parte del decimo capitolo del Vangelo di Giovanni si svolge nel Tempio, nella ricorrenza della sua Dedicazione. Tale festa ricordava la presenza stessa di Dio in quel luogo sacro, in cui l’arca dell’Alleanza aveva nuovamente fatto il suo ingresso dopo che esso, profanato da Antioco IV, nel 164 a. C. era stato ri-dedicato al Signore. Non a caso Giovanni pone questo discorso di Gesù durante quella festa: Egli è la nuova presenza di Dio, non in un tempio costruito da mani d’uomo, ma in un uomo che è il Figlio di Dio, Gesù il Cristo.

I Giudei però non gli credono e non credono alle opere buone, da sempre considerate nella religione ebraica come provenienti da Dio. “Ciechi e guide di ciechi” li apostrofa Gesù al capitolo 15 del Vangelo di Matteo. Già, perché essi chiaramente non vogliono vedere.

Gesù invece continua a mostrarsi e non soltanto a dichiararsi come il Messia: bontà, mitezza, misericordia, guarigione sono solo alcune delle sue prerogative che indicano che egli è davvero il Figlio. La storia dell’uomo, lo sappiamo, è però (anche) costellata di mala fede. Al tempo di Gesù come oggi. Un segno pasquale però accompagna la finale di questa pericope: quando Gesù si ritira presso il Giordano, nel luogo in Giovanni aveva battezzato, molti credettero in lui. La Parola di Dio è credibile, sempre. Basta avere un cuore puro, che non mette sé prima degli altri. https://bit.ly/2R2gOrs

Per approfondire: “Il Tempio e il mistero della pietra nuda” di fra Eugenio Alliata, uno dei maggiori archeologi di Terra Santa https://bit.ly/3bKRiiy

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