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La parola per oggi

Ger 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31

«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
e pone nella carne il suo sostegno,
allontanando il suo cuore dal Signore».

Geremia la tocca piano oggi…in questo brano il profeta non lascia spazio a fraintendimenti. Cosa vuol dire confidare nell’uomo lo capiamo sine glossa. Come fare un po’ meno. Dentro ciascuno di noi, infatti, è insito un innato senso del guardare a noi stessi, a ciò che siamo o meglio all’immagine che di noi ci facciamo. La Scrittura chiama questo atteggiamento idolatria. Gli idoli, infatti, non sono statuette di terracotta o rame che qualche popolo più o meno lontano nel tempo adorava, credendoli dei. Gli idoli sono prima di tutto la nostra incapacità radicale di saperci poveri nello spirito, di cui quelle statuette sono immagini davanti al le quali piegarsi adoranti.

Così facendo rendiamo vana la presenza di Cristo in noi, rendiamo vane le beatitudini, rendiamo vana la nostra vita in Dio. Può addirittura capitare che leggiamo la Parola di Dio (Mosè e i profeti di cui parlano il ricco e Gesù nella parabola evangelica di oggi) e la interpretiamo a nostro vantaggio, riducendo in questo modo anch’essa ad un idolo.

Quaresima è prima di tutto renderci conto di questo e, attraverso qualche gesto di mortificazione corporale, renderci conto di chi siamo: capaci di bellezza ed immortalità divina solo se avremo la consapevolezza di essere anche polvere. Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris.

Anche don Luca oggi la tocca piano…

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