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La Parola per oggi

«È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d’oro che io ho fatto erigere?» Di chi era la statua che Nabucodonosor fece erigere nella pianura di Dura? Probabilmente del dio Marduk, che si venerava in Babilonia, ma con le fattezze del re stesso. Era un idolo. Cos’è un idolo? Propriamente è un’immagine, un segno che rimanda alla cosa o alla persona che raffigura; è un significante. Cos’è un significante? Secondo il linguista Ferdinand de Saussure è un segno arbitrario che rimanda ad un oggetto, una delle possibili espressioni linguistiche con cui si può enunciare un contenuto (la parola gatto che rimanda alla mente l’immagine di un gatto reale). Secondo lo psicanalista e filosofo Jacques Lacan questo segno rimanda anche ad altro, ad esempio ad una persona legata a quel gatto (la parola gatto potrebbe indicare anche il padrone del gatto). La statua eretta da Nabucodonosor chi rappresentava allora? Marduk o il re stesso?

Un idolo spesso è l’immagine che noi ci facciamo di noi stessi, è il nostro erigerci a misura del mondo. È il contrario della libertà, perché ci vincola a noi stessi e non ci apre a Dio e ai fratelli. L’idolo, per quelli che Giovanni nel suo Vangelo chiama i Giudei, è la fedeltà alla legge che non è più in tal modo fedeltà a Dio, ma alla propria visione di Dio e del mondo.

«Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli;
conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» dice Gesù nel Vangelo di oggi. Liberi perché veramente voi stessi. Liberi perché immagine del Padre (Gen 2,27). Significanti del Padre. Liberi per essere come Egli ci ha pensati da sempre, prima della caduta del peccato. Liberi per tornare ad essere come Lui. https://bit.ly/2UvAW7n

Qui una icona rumena di Sadrac, Mesac e Abdènego nella fornace ardente https://bit.ly/2xGK4gt

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