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La Parola per oggi

Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15

Diciotto mesi di assedio per Gerusalemme, ormai liberata, una prima deportazione di poche persone e poi una più importante sono lo sfondo del Secondo Isaia, di cui leggiamo oggi alcuni versetti di consolazione. La liberazione del Regno d’Israele, il Regno del nord, avverrà dopo qualche anno, ma il popolo ancora non lo sa. Possiamo immaginare lo stato d’animo del popolo di Israele simile al nostro in questo tempo di pandemia: fino a quando?

Eppure questo brano è tutto un «non temere», «vengo in tuo aiuto», «tu gioirai»: ancora Dio si prenderà cura dei suoi. Quando? Ogni giorno. «Ma come?» ci viene da dire? Non vediamo via d’uscita, il vaccino è ancora lontano e con esso la possibilità di una vita diversa; inoltre non sappiamo nulla della sua efficacia e sicurezza, come non essere nella preoccupazione? E quanti comunque rimarranno provati dalla situazione, senza lavoro o con meno di quel che pensassero?

Affida al Signore, il tuo liberatore, ogni attimo: vedrai la tua vita fiorire come un giardino, come suggerisce l’immagine dell’ultimo tratto del brano odierno, in cui sembra di vedere una nuova creazione nella rigogliosità del creato che torna a lussureggiare; e – attenzione – il creato è per tutti, non solo per un popolo eletto: gioia infinita.

Affida al Signore il tuo peso
ed egli ti sosterrà,
mai permetterà che il giusto vacilli.
(Sal 54, 23)

E tu per chi sarai liberatore oggi?

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