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La Parola per oggi

Milano, corso di Porta Ticinese, particolare di un murale raffigurante grandi personaggi della storia milanese, da Verdi a Manzoni, passando per sant’Ambrogio e Attila (rispettivamente degli street artist Neve e Acme 107)

Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26

Oggi la Chiesa ricorda sant’Ambrogio, un uomo incredibile, anzi credibilissimo: ancora catecumeno, seda le risse scoppiate a Milano dopo la morte del vescovo ariano Aussenzio. Quest’opera di saggia mitezza, la sua fede salda, la sua capacità oratoria, l’amore per i poveri e altri doni fanno sì che il popolo lo acclami vescovo. È il 7 dicembre 374 e Ambrogio sarà battezzato e poi ordinato. «Ambrogio vescovo, Ambrogio vescovo!»; sembra ancora di sentire l’eco delle voci girando per la “sua” Milano, accanto alle quattro chiese che egli fondò: tra i vicoli dietro la chiesa dei santi Apostoli, oggi san Nazaro al Brolo, la prima da lui edificata e consacrata, oppure accanto a san Simpliciano, la basilica delle vergini, o ancora passeggiando ai Giardini Montanelli sotto i quali si celano i resti della basilica dei profeti, o ancora nelle strade che circondano la basilica dei martiri, oggi dedicata proprio al santo patrono di Milano. Di lui si potrebbero dire tante cose, della sua amicizia con Agostino, con Eusebio di Vercelli e con tanti altri, così come della sua conoscenza penetrante delle Scritture e dell’uomo, che egli mai dissocia. Riportiamo un brevissimo suo scritto, tratto dal “De virginitate”, che dicendo il suo amore per Cristo, riassume molto di lui:

«Tutto noi abbiamo in Cristo.
Tutto è Cristo per noi.
Se vuoi curare le tue ferite, Egli è medico.
Se sei ardente di febbre, Egli è una fontana.
Se sei oppresso dall’iniquità, Egli è giustizia.
Se hai bisogno di aiuto, Egli è vigore.
Se temi la morte, Egli è la vita.
Se desideri il cielo, Egli è la via.
Se rifuggi dalle tenebre, Egli è la luce.
Se cerchi il cibo, Egli è l’alimento»

Se vuoi, puoi ascoltare l’inno Veni redmptor gentium, attribuito a sant’Ambrogio. Ne proponiamo due versioni: quella originale, qui, con una breve spiegazione teologico musicale e con la traduzione dello splendido testo, e un’altra, qui, che ha in sé l’originale, un adattamento del 1524 proveniente da Erfurt, (città della Turingia che ospitò Lutero, Bach, Schiller, Goethe, von Humboldt e tanti altri) e un’arrangiamento contemporaneo (di Jan Garbarek?).

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