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La Parola per oggi

Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7,21.24-27

La seconda parte della profezia di Isaia parla di Babilonia, la città eccelsa, caduta in rovina perché piena di sé stessa. Ora i poveri, quelli che ella disprezzava, la calpestano, ne prendono possesso. Il commento è oggi affidato ad un coro da “La Rocca”, di T. S. Eliot (1888-1965), premio Nobel per la letteratura nel 1948. Opera visionaria, di non immediata comprensione, è però dotata di una potente forza evocativa. Qui riportiamo il coro II, dove è denunciata l’incapacità di costruire la città di Dio perché si dimenticano lui e i poveri, in questo passo identificati con la gente comune.

«Così i vostri padri furono fatti
concittadini dei santi, della casa di DIO, edificata sulle fondamenta
degli apostoli e dei profeti, Gesù Cristo medesimo essendo la pietra angolare.
Ma voi, avete edificato bene che ora sedete smarriti in una casa in rovina?
Dove molti sono nati destinati all’ozio, a vite inutili e a squallide morti, a inasprito disprezzo in alveari senza miele,
e coloro che vorrebbero costruire e ristabilire aprono il palmo della mano e inutilmente guardano a terre straniere perché la carità sia maggiore o l’urna riempita.
La vostra costruzione è imperfetta, e voi sedete pieni di vergogna e vi chiedete se, e come, potrete essere uniti a edificare una dimora di DIO nello Spirito, lo Spirito che mosse sulla superficie delle acque come una lanterna posata sulla schiena di una tartaruga.
E alcuni dicono: “Come possiamo amare il nostro prossimo? Perché l’amore deve realizzarsi nell’atto, come il desiderio si unisce a ciò che si desidera; abbiamo da dare soltanto la nostra fatica, e la nostra fatica non è richiesta.
Restiamo in attesa negli angoli, e non abbiamo altro che le canzoni che possiamo cantare e che nessuno vuol sentire cantare;
in attesa, alla fine di essere gettati via, in un mucchio più inutile del letame”
.
Voi, avete edificato bene, avete dimenticato la pietra angolare?
Parlate delle giuste relazioni fra gli uomini, ma non delle relazioni fra gli uomini e DIO.
“La nostra cittadinanza è in cielo”; si, ma quello è il modello, il tipo, della vostra cittadinanza sulla terra.
Quando i vostri padri fissarono il luogo di DIO,
e posero tutti i santi scomodi, gli apostoli e i martiri,
in una specie di Giardino Zoologico,
soltanto allora furono in grado di dare inizio
all’espansione imperiale e allo sviluppo industriale.
Esportarono ferro, carbone e manufatti di cotone
e illuminazione intellettuale
e ogni cosa, compreso il capitale
e numerose versioni del Verbo di DIO:
convinta di avere una missione, la razza inglese
la portò a termine, ma cose malferme lasciò in patria.
Di tutto ciò che fu fatto in passato voi mangiate il frutto, marcio o maturo che sia.
E la Chiesa deve sempre edificare, e sempre decadere, e dev’essere sempre restaurata.
Noi subiamo le conseguenze di tutte le cattive azioni del passato:
dell’ignavia, dell’avarizia, della gola, della dimenticanza del Verbo di DIO,
dell’orgoglio, della lussuria, del tradimento, di tutte le azioni peccaminose.
E di tutto ciò che fu fatto ed era buono, di questo avete l’eredità.
Perché le buone e le cattive azioni appartengono a un uomo solo, quando se ne sta solo dall’altra parte della morte,
ma qui sulla terra avete la ricompensa del bene e del male che fu fatto da quelli che vi hanno preceduto.
E potete riparare a tutto ciò che è male procedendo insieme in umile pentimento, per espiare i peccati dei vostri padri;
e tutto ciò che era buono dovete lottare per mantenerlo con cuore devoto come fu devoto il cuore di quelli, fra i vostri padri, che lottarono per conquistarlo.
La Chiesa deve edificare di continuo, perché è continuamente minata dall’interno e attaccata dall’esterno;
perché questa è la legge della vita; e dovete ricordare che in tempo di prosperità
il popolo dimenticherà il tempio, e in tempo di avversità gli sarà contro.

Che vita è la vostra se non avete vita in comune?
Non esiste vita se non nella comunità,
e non esiste comunità se non è vissuta in lode di Dio.
Persino l’anacoreta che medita in solitudine,
per il quale i giorni e le notti ripetono le lodi di DIO,
prega per la Chiesa, il Corpo di Cristo incarnato.
E ora vivete dispersi su strade che si snodano come nastri,
e nessuno conosce il suo vicino o si interessa a lui
a meno che il suo vicino non gli arrechi troppo disturbo,
ma tutti corrono su e giù con le automobili,
familiari con le vie ma senza un luogo in cui risiedere.
E nemmeno la famiglia si muove tutta unita,
poiché ogni figlio vorrebbe la sua motocicletta,
e le figlie cavalcano sellini casuali.
Molto da abbattere, molto da costruire, molto da sistemare di nuovo;
fate che l’opera non venga ritardata, che il tempo e il braccio non siano inutili;
l’argilla sia tratta dalla cava, la sega tagli la pietra,
nella fucina il fuoco non si estingua».

Se vuoi (farti del male!!!) ascolta i cori da “The Rock”. Non me ne voglia il grande Eliot 🙂

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